S. MICHELE NELLA MEDAGLISTICA
Accanto alla numismatica vera e propria, si considera in genere come sua appendice anche la medaglistica. La medaglia è un “pezzo” di metallo più o meno prezioso, o anche in bronzo e in ottone, che, pur conservando alcune caratteristiche della moneta se ne differenzia in quanto non reca alcuna indicazione di valore ed è, quindi, priva di potere d’acquisto e non svolge alcuna funzione di scambio. Altra sua peculiarità rispetto alla moneta, è quella di recare la firma dell’autore, o solo le sue iniziali o il suo monogramma.
Alla base della medaglia vi sono semplici scopi commemorativi, celebrativi di un avvenimento o solamente di fastigio. Tale concetto ispiratore, in verità, lo si potrebbe trovare in soggetti di monete romane, come i contorniati ed i medaglioni. Ma le prime vere medaglie secondo l’odierna accezione della parola iniziano durante il rinascimento italiano. Anzi, si può affermare che proprio dall’Italia rinascimentale, dalle fastose corti principesche la moda e l’arte della medaglia si diffusero e si affermarono in tutta l’Europa.
La paternità viene in genere attribuita ad Antonio di Puccio Pisano (1380? – 1450?) detto il Pisanello, che nel 1438, durante il concilio di Ferrara ritrasse dal vero l’imperatore Giovanni VIII Paleologo, realizzando una medaglia che fu per lui la prima e che fece da prototipo per l’intera medaglistica rinascimentale. In seguito furono impegnati, infatti, artisti famosi come il Pollaiolo (1431 – 1498), il veronese Matteo de’Pasti (1420 -1467/1468), lo scultore ed architetto Francesco Laurana (1430 – 1502), il grande medaglista mantovano Sperandio (1425 – 1504) e, nel XVI secolo, astri dell’arte dell’incisione come Benvenuto Cellini (1500 – 1571), Leone Leoni (1509 – 1590), Valerio Belli (1468 – 1546), Pastorino da Pisa e via via molti altri fino al contemporaneo Cesare Cantù.
Un’infinità di medaglie sono state emesse su una molteplicità di temi, in tutti i metalli, di varie dimensioni, dalle splendide e preziose medaglie del Rinascimento a quelle piccole portative o di devozione.
Questo entusiastico interesse, però, durò fino ai tempi di Napoleone Bonaparte, dopo del quale conobbe un certo periodo di stanca. Riprese, poi, nel primo Novecento, basta pensare alla sequenza sabauda e a quella papale, quest’ultima ricercata anche per la notevole serie di ritratti riprodotti.
Interi periodi storici possono essere raccontati ed illustrati dalle medaglie meglio di qualsiasi libro. Esse, perciò, sono importanti non solo in quanto di frequente splendono quali vere opere d’arte per la bellezza, la cura, la perfezione e l’armonia dell’incisione, ma anche perché acquistano la dignità di documento storico.
In questa breve nota si vuol richiamare all’attenzione quelle medaglie coniate nei secoli che recano l’immagine di S. Michele. Si premette che ricerche in tale direzione sono state compiute già da due illustri storici concittadini di Monte Sant’Angelo, Ciro Angelillis e Giovanni Tancredi ( C. ANGELILLIS, Il Santuario del Gargano e il culto di S. Michele nel mondo, vol. II, Foggia !957, pp. 339 – 349. G. TANCREDI, Apollo e l’arcangelo S. Michele nella religione, nella storia e nell’arte, Roma 1931).
Nella prima metà del XV secolo, il Pisanello incise una medaglia per conto di Alfonso I d’Aragona, il cui disegno si conserva tuttora nel Museo del Louvre (codice Vallardi). In essa si osserva da un lato lo stemma aragonese dall’altro l’arcangelo Michele che porge uno stendardo ad Alfonso inginocchiato in completa armatura.
Disegno della medaglia incisa dal Pisanello.
Nel 1464, una medaglia fu commissionata all’incisore Francesco Laurana verosimilmente da Renato d’Angiò per il figlio Giovanni duca di Calabria e di Lorena, ultimo rampollo della dinastia angioina, il quale tentò la riconquista del reame di Napoli contro Ferdinando I d’Aragona. Tale medaglia, in bronzo e di mm 85, presenta le seguenti caratteristiche. D/ Busto di Giovanni volto a d. con testa coperta da cuffia e, intorno, la leggenda IOHANNES DUX CALABER ET LOTHARINGUS SICULI REGIS PRIMOGENITUS; R/ La leggenda MARTE FEROX RECTI CULTOR GALLUSQ(ue) REGALIS (le due leggende, D/ e R/, unite dovrebbero essere tradotte nel modo seguente: “Giovanni, duca di Calabria e di Lorena, primogenito del re di Sicilia, intrepido guerriero, amico della giustizia e guardiano vigile del reame”), nel campo, tempio rotondo con sei colonne corinzie, porta a cupola sormontata dalla statua di S. Michele con lancia e scudo. Questa iconografia dell’Arcangelo ha una certa somiglianza con quella proposta sui grossi d’argento napoletani battuti sotto Ferdinando I e Alfonso II d’Aragona, detti “coronati dell’Angelo”. E’ probabile e nulla lo esclude, che la statua possa rispecchiare quella fatta scolpire in argento da Alfonso I in sostituzione dell’altra d’oro da lui stesso rapinata.
Medaglia per Giovanni d’Angiò duca di Calabria e di Lorena (1464). Incisore F. Laurana.
Del medesimo incisore è la medaglia realizzata nel 1469 per Luigi XI di Francia in occasione della fondazione e istituzione dell’Ordine di S. Michele. D/ Busto del re; R/ Nel campo, lo scudo di Francia circondato dalla collana d’oro del suddetto Ordine cavalleresco, composta di conchiglie d’oro unite da una catena dalla quale pende la medaglia con la figura di S. Michele, intorno la leggenda SANCTI • MICHAELIS ORDINIS • INSTITUTOR• (cfr. Soldi. Rivista mensile di numismatica, medaglistica e carta – moneta, n. 12, Ed. SEAT, dicembre 1967, pp.23 – 24).
Altra serie di medaglie si richiama all’Arcangelo debellatore della peste.
Nel 1576: medaglia con l’effigie di S. Michele che si libra sulla città di Milano oppressa dall’epidemia.
Nel 1667/68: battuta a Bruxelles, una medaglia con figura dell’Arcangelo e la leggenda DIVUS MICHAEL IN PESTE PATRONUS (S. Michele patrono contro la peste).
Ad Erfurt, in Germania, il Celeste Condottiero è raffigurato stante su di uno scheletro nell’atto di rinfoderare la spada in segno di tregua, intorno la leggenda MORS IUGULANS CEDIT VITA SALUSQUE REDIT (La Morte sterminante si ritira e torna la vita e la salute).
In questa veloce carrellata, non si può trascurare la serie delle medaglie papali.
Urbano VIII (Maffeo Barberini di Firenze1623-1644). Per l’anniversario del suo VIII anno di pontificato (1630) fece coniare una medaglia in argento dall’ incisore e maestro della zecca pontificia, Gaspare Mola. Il rovescio piacque tanto al papa che fece obbligo al Mola di coniarla anche per i successivi anniversari. D/ VRBANVS· VIII· PONT· MAX ·AN· VIII Busto a destra a capo scoperto con piviale ornato con i volti di S. Pietro e S. Paolo. R/ TE· MANE· TE VESPERE Il Pontefice, in ginocchio con triregno al suo fianco, in preghiera di fronte a S. Michele Arcangelo con spada e bilancia su nubi.
Innocenzo XI. Sommo Pontefice 1676-1689. Benedetto Odescalchi di Como. Guerra contro i turchi. Medaglia annuale 1681 anno V in argento. Opus Giovanni Hamerani. AR 25.15 gr;36.16 mm. INNOC·XI ·PONT· MAX· A· V Busto del Pontefice a destra, a capo scoperto con piviale su cui scena crocifissione; sul taglio della spalla, HAMERANVS F. R/ IN· COELO· SEMPER· ASSISTITVR S. Michele Arcangelo brandisce un fulmine e sconfigge il demonio tra le fiamme.
Innocenzo XI (1676-1689), Benedetto Odescalchi. Medaglia A. V. Guerra contro i Turchi. D/ Busto a destra con piviale. R/ San Michele Arcangelo scaccia il demonio. AE. mm. 36.00 Inc. Giovanni Hamerani.
La medaglia, come la maggior parte delle emissioni ufficiali, sottolinea la ferma determinazione del Pontefice di sconfiggere per sempre il “demone turco” mediante una grande alleanza, una “Lega Santa” tra tutti gli Stati cattolici europei. Nel gennaio 1680 ebbe inizio anche per la tenace opera del Papa, una dieta per discutere sulle varie modalità della lega; questa doveva essere impostata esclusivamente su principi difensivi a causa della continua opposizione del re di Francia che non era favorevole. Innocenzo XI poté fornire alla lega ingentissimi aiuti finanziari ricavati da severe restrizioni economiche e nuove tassazioni nello Stato pontificio.
Innocenzo XIII (1721-1724), Michelangelo dei Conti. Medaglia A. I. Elezione al pontificato, mm 31.50. Inc. Ermenegildo Hamerani. D/ INNOCENT· XIII· P· M · A· I Busto a destra con camauro, mozzetta e stola. R/ CONSTITVI TE PRINCIPEM L’Arcangelo Michele con spada fiammeggiante e bilancia calpesta il domonio.
Innocenzo XIII (1721-1724), Michelangelo Conti di Poli. In commemorazione dell’elezione al Soglio Pontificio. Medaglia annuale 1721 anno I in argento. Opus Ermenegildo Hamerani. AR 14.30 gr. 31.38 mm. INNOCENT· XIII· P· M · A· I Busto del Pontefice a destra con triregno e piviale su cui la cavalcata del possesso; sul taglio della spalla, HAMERANI. R/ S. Michele Arcangelo radiato e con bilancia sconfigge il demonio e lo ricaccia agli inferi.
Innocenzo XIII (1721-1724), Michelangelo Conti di Poli. Possesso della Basilica Lateranense. Medaglia1721 in argento. Opus Ermenegildo Hamerani. AR 18.10 gr;31.51 mm. INNOCENT· XIII· P· M · A· I Busto del Pontefice a destra con triregno e piviale su cui la cavalcata del possesso; sul taglio della spalla, HAMERANI. R/ ·RENOVABIS FACIEM·TERRAE S.Michele Arcangelo che sconfigge il demonio raffigurato dall’idra dalle sette teste; irradiato dalla colomba dello Spirito Santo, sorregge e custodiscela Chiesa; in esergo, MDCCXXI.
Innocenzo XIII (1721-1724). Michelangelo Conti di Poli. Auspici per il riassetto della situazione politico-religiosa. Medaglia1721 in bronzo. Opus Ermenegildo Hamerani. AE 48.45 mm. INNOCENT· XIII· PONT· MAX Busto del Pontefice a destra con camauro, mozzetta e stola ornata; in basso sulla cornice, H. R/ RENOVABIS· FACIEM TERRAE· S. Michele Arcangelo, rivolto verso la Chiesa seduta con tempietto, sconfigge il demonio raffigurato dall’idra dalle sette teste; il tutto irradiato dalla colomba dello Spirito Santo; in esergo, MDCCXXI
Innocenzo XIII (1721-1724), Michelangelo dei Conti. Medaglia per l’elezione. AG. mm. 44.00 Inc. Georg Wilhelm Vestner. D/ INNOC . XIII – PONT. MAX . Busto del Pontefice a destra con camauro, mozzetta e stola. R/ IN COELIS • CONSURGET. MICHAEL PRINCEPS • MAGNVS • DAN. 1. Scena allegorica con la Chiesa baluardo contro gli eretici; S. Michele sorvola nel cielo con la spada fiammeggiante.
Michelangelo Tamburini generale dei Gesuiti, 1648-1730. Medaglia (1706) a celebrazione del personaggio (opus: anonimo), fusione in bronzo 63,25 gr. Ø 63,1 mm. P· MIC· ANG· TAMBVRINVS· SOC· IESV· PRÆF· G· Busto a s. con berretto e mantella. Rv. DVX· ET· CVSTOS· ELECTORVM· Mosè, scortato dall’Arcangelo Michele e illuminato dalla colonna di fuoco, guida glie ebrei nel deserto; all’esergo, A•A•D•D•D•
Benedetto XIV (1740-1758). Prospero Lorenzo Lambertini di Bologna. Giubileo. Medaglia1750 in argento. AR 23.49 gr;37.82 mm. BENEDIC• XIV • P• M• A• IVB• Busto del Pontefice a destra con triregno e piviale riccamente decorato; sul taglio della spalla, Hamerani. R/ IN • COELO • SEMPER • ASSISTITVR S. Michele Arcangelo radiato e con fulmini in mano calpesta e scaccia Satana.
Pio VII (1800-1823), Barnaba Chiaramonti di Cesena. Liberazione del Pontefice dalla prigionia. Medaglia1814 in argento. Opus Federico Brandt. AR 29.62 gr;39.77 mm. PIVS SEPTIMVS. PONT. MAX. A. XV Busto a sinistra con berretto, mozzetta e stola. R/ RENOVATVM. PRODIGIVM. Esergo, S PONTIFICIS REDITVS. RELIGIONIS TRIVMPHVS. A. D. MDCCCXIV. L’Arcangelo libera San Pietro dal carcere.Sulla base che sostiene la scena il nome dell’incisore.
Gregorio XVI (1831-1846), Bartolomeo Alberto Cappellari. Medaglia straordinaria A. II.AE. mm. 54.00 Inc. Giuseppe Cerbara. R. Visita del Pontefice all’Ospizio Apostolico del San Michele di Roma. D/ MICHEALI• PRINCIPI ANGELORVM•HOSPITII •AP •ALVMNI; in esergo GREGORII• XVI• P• M• AN• II• San Michele con spada e piede sul diavolo, tutto in quadro rettangolare. R/ Legenda su 10 righe:D· SUMME/DOCTOR· CAELITVM/ORCIQUE· TERROR· MICHAEL/QVI· TE· PATRONVM· COLIMVS/FOVE· TVERE· VINDICA/HOSTISQVE· FRANCENS· IMPETVS/SERVES· PRECAMVR· SOSPITER/DONO· SVPERNI· NVMINIS/ORBI· DATVM/PONTIFICM Il diritto di questa medaglia é ispirato ad un dipinto di Guido Reni che si trova nella chiesa dei Cappuccini a Roma.
Gregorio XVI (1831-1846). Bartolomeo Alberto Cappellari di Belluno. Ospizio Apostolico del San Michele di Roma. Medaglia straordinaria1832 in bronzo. Opus Giuseppe Cerbara. AE53.96 mm. D/ MICHEALI• PRINCIPI ANGELORVM•HOSPITII •AP •ALVMNI, in esergo GREGORII• XVI• P• M• AN• II• San Michele con spada e piede sul diavolo, tutto in quadro rettangolare. R/ IESV• CRISTO• DEO• SALVATORI •GENERIS• HVMANI Cristo benedicente con globo terrestre nella mano sinistra.
Benedetto XV (1914-1922). Giacomo della Chiesa di Genova. A ricordo dell’invocazione di Papa Benedetto XV per una giusta Pace. Medaglia straordinaria1919 in argento. Opus Albino Dal Castagnè. AR 158.00 gr;66.66 mm. BENEDICTVS XV P M· PRINCIPIS PACIS· VICARIVS· AN· V· Busto a destra con berretto, mozzetta e stola. R/ PAX IVSTA – AC STABILIS Cristo stante fra gli arcangeli Michele e Gabriele su globo terrestre; in alto, sole raggiante che diffonde luminosità.
Abbiamo riportato solo alcuni degli esempi più noti delle medaglie papali con l’effigie dell’Arcangelo, ma certamente altre sono sfuggite alla mia ricerca. Chi ha passione per questa materia e devozione per il santo Guerriero, può trovare in questo modesto contributo una base di partenza.
Per quanto riguarda l’effigie di S. Michele, a parte gli esempi su riportati, non ho notizie di altre medaglie. Occorre attendere la seconda metà del XX secolo. I Padri Benedettini di Montevergine, subentrati nel 1970 come custodi del Santuario micaelico del Gargano al Clero Capitolare, in occasione dell’Anno Santo del 1975, intesero celebrare l’avvenimento, tra le altre iniziative, anche facendo coniare una medaglia argentata: D/ Busto dell’Arcangelo della statua che si venera nella Grotta e attribuita al Sansovino (oggi, è noto, nuovi e più felici studi hanno assegnato l’opera all’artista fiesolano Andrea di Pietro Ferrucci 1465 – 1526), privo della corona e aureolato; R/ Veduta dall’alto dell’ottagonale campanile angioino. Di questa medaglia non dispongo neppure di una fotografia.
I medesimi Padri, per le celebrazioni del XV centenario delle apparizioni di S. Michele sul Gargano, commissionarono all’incisore Tiquino, nativo di Monte sant’Angelo e residente a Roma, la seguente medaglia di bronzo argentato.
Medaglia 49 mm
D/ S. Michele in atto di trafiggere il drago con la lancia, ai lati il motto QUIS UT/ DEUS; intorno al bordo ·XV·CENTENARIO·DELL’APPARIZIONE-DELL’ARCANGELO=MICHELE; sotto il drago su due linee MONTE / SANT’ANGELO. R/ Cinque riquadri in cui si rappresenta, rispettivamente, l’episodio detto “del toro”, la processione dei Vescovi per la consacrazione della Grotta (ambedue tratte dall’Apparitio), l’Arcangelo che benedice i soldati longobardi, pellegrini che ascendono il monte, il Santo che apparendo ad un ammalato lo guarisce; al centro le date 590 – 1990.
Con questi precedenti, non poteva mancare da parte dei nuovi custodi del Santuario, i Padri della Congregazione di S. Michele (Micheliti)la promozione di una medaglia che celebrasse degnamente l’Anno del Giubileo 2000. La circostanza così particolare per il mondo cristiano non poteva, infatti, non sollecitare un messaggio ed un invito alla riconciliazione con Dio da parte del millenario Santuario, meta incessante da tutto il mondo di milioni di pellegrini (dall’UNESO riconosciuto nel 2011 patrimonio dell’umanità).
La medaglia, progettata e proposta dal sottoscritto, è stata coniata in argento, in bronzo argentato e in bronzo (non sono a conoscenza del nome del mediocre incisore). In essa si è voluto mettere in evidenza il luogo primigenio del culto micaelico in Occidente, i rilevanti monumenti d’arte sorti intorno all’area santuariale e nella città e, infine, l’aspetto più importante , il richiamo alla memoria storica dell’itinerario salvifico tipo dei pellegrini dell’Evo Medio e Moderno, cioè, Roma – HOMO – per venerare le tombe degli Apostoli Pietro e Paolo (ma anche S. Giacomo di Compostella in Spagna), la Grotta di S. Michele a Monte Sant’Angelo – ANGELUS -, Gerusalemme per adorare il Santo Sepolcro di Gesù – DEUS -.
Medaglia 30 mm
D/ Raffigurazione geografica dell’itinerario salvico Homo – Angelus – Deus sul quale domina l’effigie di S. Michele secondo l’interpretazione del fiesolano artista Andrea di Pietro Ferrucci; a desta su tre linee HOMO / ANGELVS / DEVS, a sinistra GIUBILEO 2000.
R/ Veduta aerea dell’atrio superiore della Basilica e dell’annesso ottagonale campanile del XIII secolo, sullo sfondo l’interno della Grotta, al centro l’altare dell’Arcangelo; nella parte superiore del bordo, a semiluna su due righe, sono riportate le parole del “Perdono Angelico” UBI SAXA PANDUNTUR IBI PECCATA HOMINUM DIMITTUNTUR/ HAEC EST DOMUS SPECIALIS IN QUA NOXIALIS QUAEQUE ACTIO DILUITUR.
Accanto alle medaglie papali, poi, possono trovare una collocazione quelle portative o di devozione. Ebbero ed hanno una larga diffusione dovuta al desiderio, presente in ogni epoca e in ogni civiltà, di portare sulla persona un simbolo di fede. Una delle più antiche testimonianze riguardo all’usanza delle medagliette devozionali risale a S. Genoveffa che nel V secolo ricevette da S. Germano di Auxerre, legato del Papa Celestino, una medaglia benedetta con una croce incisa (nummum aerum Dei nutu allatum habentem signum crucis).
L’impiego di queste medagliette si diffusero in Italia ed in Europa solo dopo il Concilio di Trento, che si chiuse nel 1563, soprattutto in occasione degli anni santi e delle canonizzazioni.
Si tratta di oggetti metallici generalmente di metallo povero e di dimensioni piccole rispetto a quelle commemorative, di forma per lo più rotonda e ovalare, ma anche ottagonale o a cuore, con figure ed iscrizioni sbalzate o incise. Dotate di anellini, di fori o d’appiccagnoli (trasversali o complanari), esse erano allacciate direttamente al collo per devozione ai Santi raffigurati e ritenuti speciali protettori. Naturalmente avevano anche valore apotropaico nella cultura e nella credenza popolare e a volte, a Monte Sant’Angelo, venivano inserite tra l’intonaco o le pietre di costruzione delle case in segno augurale. Le medagliette rappresentano oltretutto un importante indicatore cronologico per il periodo post medievale, perché alcune raffigurazioni di santi consentono una datazione del manufatto.
In questo lavoro abbiamo inserito alcune di queste rinvenute nell’area del santuario michaelico sia dai Padri Benedettini di Montevergine, custodi del venerabile luogo fino al 1996, sia da privati cittadini in altre zone della città. La loro circolazione, certamente limitata all’area geografica dell’Italia centro – meridionale, ha una notevole importanza per la storia del culto micaelico, perché indicativa delle direzioni dei pellegrinaggi da Roma al Gargano e, verosimilmente, verso Gerusalemme, così come si può desumere dalla presenza in loco di altri simili reperti e in paticolare da una medaglia porta reliquie in cui è raffigurato il Calvario da un verso e dall’altro, forse, il Santo Sepolcro.
Qualche medaglia venne commissionata anche dal Clero Capitolare della Basilica garganica, così come si desume da un cenno fatto nella Platea della Basilica del 1678 a proposito dell’uso da fare dei proventi ricavati dalla cosiddetta “Gabella dell’atrio”: ”Questa gabella conviene stampare medaglie, con l’immagine di S. Michele concessa dalla Regina Giovanna prima duchessa di Durazzo nel 1362…” (Platea, p. 133). In verità, si tratta di una concessione fatta non dalla regina Giovanna I d’Angiò, ma dall’omonima nipote, figlia della sorella Maria e di Carlo conte di Durazzo e Signore del’’Onore di Monte Sant’Angelo, dal quale, nel 1362, Giovanna aveva ereditato il titolo e i feudi.
Due medagliette di bronzo, da ascrivere al XVII secolo, mostrano un’incisione delicata e accurata. Sono state trovate, rispettivamente, l’una nelle adiacenze dell’attuale chiesetta rupestre dell’Incoronata, nei secoli passati dedicata a S. Leonardo e luogo di sosta per i pellegrini e viandanti quasi al termine di quella medievale via detta di S. Simeone che da Manfredonia saliva a Monte Sant’Angelo. L’altra proviene dall’area della Basilica. Ambedue probabilmente furono fatte coniare dai Cavalieri Teutonici del monastero di S. Leonardo in Lama Volara (Siponto).
Sulla prima medaglietta (14 mm) è raffigurato da un verso S. Michele vessillifero, nella mano sinistra la bilancia, reso alquanto dinamico nell’atto di piombare sul demonio dalle sembianze di serpente e schiacciarlo col piede sinistro, dall’altro verso l’immagine di S. Leonardo vestito di saio con la classica catena nella mano sinistra e, intorno, la leggenda SAN • LIONARVS.
Sulla seconda medaglietta (24 mm) vi è raffigurato, in forma piuttosto statica, al D/ l’Arcangelo con spada e bilancia nell’atto di calpestare il serpente – diavolo con ambedue i piedi, al R/ S. LIONARDO l’effigie di S. Leonardo abate, sul petto del saio una croce teutonica, la catena nella mano s. e nella destra le manette (o un libro?), all’esergo la scritta ROMA.
Dunque, S. Michele, S. Leonardo, Roma. Un preciso itinerario spirituale di fede che definisce e precisa le tappe sulla Via Francigena del Sud nel tratto tra Arpi (Foggia) e Siponto. In due successivi documenti l’itinerario è indicato anche come “Strata peregrinorum” (1132) e Stratam magnam quae pergit ad Sanctum Michaelem” (1201). Prima di Siponto s’incontra il monastero di S. Leonardo in Lama Volara (Siponto), gestito nel XIII secolo dai Cavalieri Teutonici, la cui chiesa, dedicata al Santo dei carcerati, era meta anche di pellegrinaggio. Ciò spiega l’abbinamento delle due immagini sulle medaglie e c’informa che il monastero fungeva anche da centro d’accoglienza per i pellegrini diretti al Gargano e negli altri Santuari della Puglia prima d’imbarcarsi per la Terra Santa.
Al XVII – XVIII secolo vanno datate, sia pure con eccessiva prudenza, le medagliette di seguito descritte.
Medaglietta18 mm
1 – D/ VIVIT DEVS L’Arcangelo Michele con il capo aureolato, le ali spiegate, vestito di tunica, lorica e con clamide svolazzante nell’atto di trafiggere con la spada il drago dal volto umano avvolto dalla catena R/ ANGELVS CVSTOS L’Angelo custode. La medaglietta ha la forma di un ottagono. L’incisore sembra essersi ispirato ai grandi maestri del Seicento, in particolare a Guido Reni e a Pietro da Cortona.
Medaglietta 21 mm
2 – D/ Il Santo con spada librante e bilancia e ali spiegate, nell’atto di balzare sul serpente dal capo umano e calpestarlo con il piede destro. R/ MATER SALVATOR Busto della Madre di Dio col capo velato.
Medaglietta 25 mm
3 – D/ MICH • ARCHAN• Come la precedente.
R/ CAPVT• S• ANAST• MON• P• M•
4 – Medaglietta 25 mm (calco matita)
D/ Come precedente. R/ Anime del Purgatorio tra le fiamme, supplicanti e oranti la Vergine con Bambino radiata tra le nubi.
Medaglietta 21 mm
5 – D/ MICHAEL ARCH Come la precedente.
R/ Tre figure tra le fiamme, oranti e in atteggiamento supplicante, hanno lo sguardo rivolto verso un calice sormontato da ostia crociata avvolto in ghirlanda.
Medaglietta di forma ottagonale13 mm
6 – D/ Leggenda non visibile. Come precedente. R/ Come precedente con variante nelle tre figure.
In seguito, l’introduzione di nuove tecnologie (gli “stampini”) provoca sul mercato l’invasione di una gran quantità di medaglie e medagliette votive, in genere di nessun valore artistico e conclude, per quanto mi è stato possibile appurare, un ciclo storico.
Oggi la devozione popolare è soprattutto e prevalentemente per la Santa Madre di Dio. La Sua immagine viene proposta secondo i molti Suoi titoli e, tranne occasioni particolari e nuove canonizzazioni, è questa l’immagine imperante.
Aggiungiamo, qualora fosse ancora necessario provare la dimensione mondiale della devozione all’Arcangelo S. Michele, qualche altro esempio.
Un angel di Enrico VIII.
Angel (in inglese angel o meglio angel noble) è una moneta d’oro dei re d’Inghilterra, emessa per la prima volta nel 1465 daEdoardo IV (1461 – 1483). Era una nuova emissione del noble e presentava al D/ hENRIC*VIN* DI* GRA* REX* AGL*Z*E’, l’Arcangelo Michele in piedi che trafigge un drago con la lancia. Al R/ PER* CRVCE *TVA* SALVA* NOS* XRE* REDE, un’imbar-cazione con l’albero che sosteneva lo scudo con le armi d’Inghilterra e di Francia.
Il valore era di 6 scellini e 8 pence e pesava 80 grani, cioè 5,184 g. Fu battuta per l’ultima volta nel 1634 da Carlo I. Era la moneta che veniva data ai malati di scrofola guariti dall’imposizione delle mani regali.
Quando la moneta non fu più emessa al suo posto veniva data una medaglia con la stessa immagine.
MONT SAINT-MICHEL, Francia. Medaglia in bronzo (mm 72) commemorativa del millenario della fondazione, 966 – 1966 (incisore: M. Charon).
doc2
FERROVIA TORINO-CONI-VIEVOLA (GALLERIA COLLE DI TENDA) – Medaglia commemorativa in bronzo del febbraio 1898. D/ Nel centro l’Arcangelo Michele, con una spada nella mano destra, colpisce Plutone steso su rocce. R/ Nel centro l’ingresso della galleria con sopra lo scudo sabaudo rilevato su panorama di montagne( mm. 40): Autore: Jlovski.
Stati Uniti d’America
Questa medaglia raffigura il protettore delle forze di Polizia San Michele Arcangelo, con il retro lo stemma della Polizia americana.
Fa parte delle medaglie dette Le challenge coins (medaglie sfida) sono,cioè, monete o medaglioni ( ad uso militare), recanti l’insegna o l’emblema e il motto di un dato corpo o organizzazione, che vengono consegnate ai loro membri per particolari meriti, o per anniversari storici di un determinato gruppo. Sono usate anche per scambi tra colleghi e per riconoscimenti ai compagni dopo una missione in comune.
Medaglia a cura dell’Ass. S. Michele a New York
Diam. 41,5 anno 1846 emessa in AE e AE dorato D/ ST. MICHAEL . PRAY FOR US. S.Michele in atto di trafiggere il demonio con la spada R/ BLESSED BY HIS HOLINESS PIUSIX FOR THE MEMBERS OF: Il Triregno e le chiavi decussate e legate da nastro coronano libro inscritto: ST.MICHAELIS/ ASSOCIATION/ NEW YORK.
La Società Northwest Territorial Mint della città d’Auburn nello stato di Washington (Stati Uniti America), ha prodotto una serie di medaglie con l’effigie di S. Michele per onorare tutti i corpi militari ufficiali e quelli del volontariato militare statunitense. Il verso delle medaglie è sempre identico per tutti i tipi, vale a dire l’immagine di S. Michele (ma anche di S. Floriano) con spada e bilancia con Lucifero sotto i suoi piedi, i rovesci, invece, cambiano secondo il reparto militare cui è diretto. Di seguito, a titolo esemplificativo si riporta solo qualcuna di esse. Anche la scelta dell’Arcangelo come patrono è unica, perché è la personificazione della difesa della legge contro i malvagi per la libertà dei popoli.
Esercito degli Stati Uniti d’America
Medaglia di 39 mm de National Rifle Association, o NRA.
D/ S. Michele con spada e bilancia in atteggiamento trionfante su Lucifero ormai atterrato; sopra, a mezzaluna, SAN MICHAEL, sotto PATRON SAINT OF LAW ENFORCEMENT .
R/ •DEPARTMENT OF THE ARMY• UNITD STATES OF AMERICA Emblema distintivo della NRA, sul corpo del serpente il motto THIS WE’LL DEFEND, sotto al centro 1775.
La National Rifle Association, o NRA, è un’organizzazione di avvocatura per il possessori di armi(da fuoco) degli Stati Uniti. Si occupa di promuovere la sicurezza nell’uso delle armi, organizza corsi di maneggio ed eventi sportivi relativi alle armi, ed è spesso considerata come una delle più potenti organizzazioni degli Stati Uniti. Venne fondata a New York nel 1871 con il nome di American Rifle Association, e viene frequentemente definita come la più antica organizzazione per i diritti civili (essendo il possesso e il porto di un’arma un diritto civile protetto dalla Carta dei Diritti statunitense, in particolare dal secondo emendamento).
Agenti speciali delle forze dell’ordine, rigorosamente formati, detti Squadre dello SCHIAFFO (armi speciali e tattiche), specializzati nella risoluzione dei conflitti ad alta intensità.
Dipartimento della Marina degli Stati Uniti d’America.